Costruire il futuro. Partendo dai più piccoli.

Fra i diversi scenari che si stanno aprendo a causa del Coronavirus, ce n’è uno che mi sta particolarmente a cuore: quello legato al mondo dei bambini e dei ragazzi, che in questa fase storica e legislativa, fino ad oggi sono stati quasi dimenticati.

SCUOLE CHIUSE. CHE SI FA?

Ad oggi, la gestione dei bambini e dei ragazzi è stata demandata alle famiglie, che in qualche modo si sono arrabattate. Nei prossimi mesi, pare che almeno i centri estivi potranno essere attivati, come e con quali costi non è ancora dato saperlo. Già, perché se è vero che tecnicamente il Governo con il decreto presentato il 14 maggio ha deliberato che verranno stanziati fondi di sostegno alle famiglie che dovranno usufruire del servizio, poco ancora si sa dei protocolli e delle normative che dovranno rispettare coloro che lo proporranno, quindi è davvero difficile capire i costi che ci saranno e quanto, rispetto al totale, sarà in carico allo Stato o alla Provincia nel caso delle realtà a Statuto Autonomo, e quanto invece, ricadrà sui genitori.

Il dato di fatto, però, è uno solo: dall’infanzia, fino alla pre-adolescenza, questi ragazzi vanno gestiti. 

Ora che aziende, negozi, studi e laboratori sono riaperti, fintanto che i nonni, per quanto in forma, rimangono la categoria più a rischio e dunque da proteggere, considerato che le mamme e i papà che lavorano anche in smart working non possono al contempo badare ai figli (qualcuno lo spieghi alle fulgide menti dei nostri governanti), c’è tutto un mondo di opportunità che potrebbero spalancarsi.

LA SCUOLA CHE NON C’É: UN VUOTO DA RIEMPIRE CON CREATIVITÁ.

Se le scuole non hanno ancora riaperto dopo il Covid19, le motivazioni sono mille. Si parla di una riapertura a settembre, ovviamente con regole diverse, ma già si sa che probabilmente non sarà attivato il tempo pieno: insomma, pessime notizie per le famiglie… ma dietro ad ogni problema, si nasconde un’opportunità, no?  E allora ragioniamoci. Chi potrebbe trarre vantaggio da questa situazione?

I ragazzi stessi, prima di tutto. Perché potrebbero finalmente giovare di iniziative molto più adatte alle loro corde: una scuola meno affollata, spesso anche in spazi aperti. Oltre a loro, potrebbero giovarne coloro che avranno la lungimiranza di proporre dei servizi innovativi. Perché diciamocelo: questo vuoto cosmico lasciato dallo Stato, può essere riempito in parte, con iniziative private, che sicuramente saranno più creative, moderne e adeguate rispetto ad una didattica frontale che, sempre più, richiede interventi forti e coraggiosi per adattarsi alle evoluzioni che la società ha subito.

IL TEMPO DEI PIÚ PICCOLI

Non si sa ancora quali regole verranno imposte per l’attivazione di centri estivi e proposte formative dedicate ai più giovani, ma alcune certezze, se ben ci pensiamo, già le abbiamo. Per lavorare in sicurezza:

  • si dovrà garantire il distanziamento sociale
  • anche i più piccoli dovranno rispettare delle routine di igienizzazione
  • le attività all’aperto saranno più sicure di quelle in spazi chiusi
  • vi saranno limitazioni molto forti rispetto al numero di soggetti in carico ad ogni addetto

Dall’altra parte, però, ci saranno anche delle opportunità per chi vuole proporre soluzioni:

  • ci sarà un alto numero di famiglie che necessiterà di usufruire del servizio;
  • le persone apprezzeranno ancora più le proposte in spazi esterni: gli ambienti naturali sono più ricchi di spunti e di possibilità rispetto a quelli artificiali  e più l’età del “nostro target” è bassa, maggiore sarà l’attrazione che prova per la vita all’aria aperta. Tra l’altro, non possiamo dimenticare che le più giovani generazioni (anche se sembra passato un secolo dal thunbergiano Friday For the Future), sono molto attente alla sostenibilità e proporre dei centri estivi all’aperto potrebbe avere anche questo valore aggiunto in termini di comunicazione;
  • gli spazi esterni sono meno costosi di quelli interni e gran parte dei materiali da usare per eventuali attività, possono essere reperiti sul luogo anziché acquistati
  • dopo una giornata in mezzo alla natura, i bimbi torneranno a casa felici e… stanchi…. e vi assicuro che questo aspetto non è per nulla trascurabile, perché dopo che per settimane hanno dovuto vivere quasi in simbiosi con i figli, mamme e papà sono alla ricerca spasmodica di tempo per sé: poter mettere a nanna presto i pupi è una manna;
  • I genitori hanno trascorso molto tempo con i figli: hanno maggiore consapevolezza e rispetto per chi gestisce bambini e ragazzi per professione. I figli, durante questa emergenza, sono stati “parcheggiati” per troppo tempo, ora si riconosce la necessità di offrire loro proposte di qualità, capaci di stimolarli. Questo significa che verrà premiata la creatività nella proposta del servizio: le idee più avvincenti, avendo pochi posti disponibili, saranno quelle più ambite, le cui iscrizioni registreranno il tutto esaurito in men che non si dica.

Naturalmente, ogni opportunità nasconde delle insidie che vanno valutate a fondo prima di buttarsi (ad esempio la variabile meteo se si decide di proporre delle attività all’esterno!) ma una volta di più, questa crisi potrebbe essere per qualcuno una grande occasione di rilancio.

Ed io non vedo l’ora di scoprire le proposte che nasceranno e di dare il mio piccolo contributo, perché alla fine, è un’emozione enorme veder sbocciare un fiore nel deserto.

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