Qualche anno fa, chiacchierando con una collega, avemmo un’illuminazione: pensammo ad un’implementazione automatizzare una serie di attività su Facebook. Di cosa si trattasse nello specifico, giuro, non lo ricordo più, in compenso, ricordo benissimo che quello fu uno di quei momenti in cui la mia vita professionale cambiò.
Ma andiamo con ordine. Avemmo la nostra idea e ci esaltammo: eravamo giovani ed inesperte ed uno dei nostri incipit preferiti era “quando sarò ricca e famosa”. Così iniziammo a fantasticare di quanto successo avremmo avuto una volta “venduta” a Zuckerberg la nostra grande idea.
Quando un’idea diventa reale
Io non ci pensai due volte e mi fiondai a cercare un indirizzo o un referente a cui proporre il nostro colpo di genio. Non trovando nulla, mi arresi e iniziai a scandagliare il forum di assistenza di Facebook. Lì, decine di persone chiedevano come proporre le loro trovate: evidentemente non eravamo gli unici esseri illuminati sulla faccia della terra. Si interrogavano su quanto avrebbero potuto fruttare le loro incredibili pensate e le risposte erano sempre vaghe: c’era qualche indirizzo generico a cui scrivere, ma nulla che mi convincesse al 100%. Tra l’altro, temevo che quelli di Facebook avrebbero potuto prendersi la nostra idea e non riconoscerci nulla per avergliela fornita su un piatto d’argento. Poi ad un certo punto, incappai nella risposta di un utente che squarciò il velo e mi aprì un mondo: Zuckerberg è ben lieto se gli mandiamo le nostre idee, ma non è disposto a pagare un euro per averle.
Perché? La risposta fu disarmante:
Perché il valore che ha un’idea è zero, se non c’è la capacità di svilupparla.
Rimasi basita. Se foste stati davanti a me in quel preciso istante, avreste visto la mia bocca aprirsi e la mia mascella fare un tonfo verso il terreno. Perché, cavolo, era verissimo: un’idea non realizzata è vuota e completamente inutile.
Quindi? Le mie idee non servono a nulla?
Mi interrogai per giorni, poi capii una cosa: se io non ero in grado di sviluppare le mie idee da sola (ed in quel caso era esattamente così) dovevo avere vicino i partner giusti, quelli in grado di supportarmi ed aiutarmi a realizzare i miei progetti se io non ci riuscivo in autonomia. Sviluppare quel progetto per me sarebbe stato troppo oneroso, così lasciai perdere, ma investii tutte le mie energie per attorniarmi di professionisti e da quel giorno, ho imparato il senso più profondo del concetto di “FARE RETE”.
L’altra cosa che ho imparato, è stato che le idee non vanno regalate, svendute o sottovalutate: vanno coccolate, salvaguardate e, soprattutto, le idee vanno protette.
Tutelare un’idea
Chi, come me, vive di idee, avrà sperimentato mille volte la spiacevole sensazione di vedersi “rubare” un’idea. La prima volta che accade si rimane di stucco, poi si impara a tutelarsi. Esiste un metodo praticamente gratuito per salvaguardare la proprietà intellettuale: COPYZERO. Un’organizzazione senza scopo di lucro, Costozero, ha inventato un sistema riconosciuto e con valenza legale per depositare progetti e concept di qualunque tipo. Da quando lo ho scoperto, mi sento tranquilla, perché quando credo di aver concepito qualcosa di particolarmente innovativo o interessante, lo “deposito” e, con pochi euro, riesco a tutelare la mia proprietà intellettuale.
E a voi? É mai capitato di avere un’ottima idea e di non sapere come svilupparla? Come vi siete comportati? Scrivetemelo nei commenti.
Se invece volete avere maggiori informazioni su come proteggere le vostre idee, contattatemi.
Grazie a Frank Vessia e Unsplash per l'immagine