Il primo amore non si scorda mai. Ma neanche il secondo, né il terzo….

Se dovessi riassumere la mia vita professionale in qualche verso, la descriverei con queste parole (ovviamente di Jovanotti):

E io non riesco a stare mai fermo
E io non riesco a stare mai calmo
Questa musica che sento dentro
Suona sempre non mi lascia scampo
La vita comoda non fa per noi
Che siamo nati con il ritmo addosso
Che abbiamo il sangue come il mare mosso
E ci sciogliamo come il sale grosso
Quando qualcuno parte con la rumba vera
In questo angolo di una balera
In questa vita che non è mai tardi
Siamo i pastori erranti di Leopardi
Guardiamo il cielo pieni di domande
Come dei microbi dal cuore grande
Ci innamoriamo come dei magneti
E gravitiamo come dei pianeti
In una danza celeste che fa girare la testa
Sbagliati disorientati
Dal giorno che ci hanno gettati
Su questa terra dove si consuma
La nostra vita breve come schiuma
Sulla cresta di un’onda
Così che nessuno affonda

Perennemente in balia di nuovi amori

Professionalmente mi sono innamorata perdutamente per la prima volta durante il mio primo stage ai mondiali di sci del 2003: ho avuto la fortuna di incontrare sulla mia strada un grande Maestro come Bruno Felicetti, che mi ha fatto capire che il marketing era il settore nel quale volevo spendere la mia vita. In quel contesto, ho visto nascere un prodotto (in quel caso era un evento, i Mondiali di sci nordico del 2003), ed ho visto come si fa a lanciarlo, gestirlo, promuoverlo e coordinarlo. E’ stata una delle esperienze più belle e più intense della mia vita e tutt’ora conservo un ricordo indelebile di quei giorni magici.

Da lì è partita la mia carriera nel marketing, in un percorso di avvicinamento che mi ha visto prima in un ruolo ibrido fra marketing e commerciale, poi in una posizione più pura di responsabile marketing. In quegli anni, sapientemente affiancata da Edoardo Rispoli, ho scoperto un’alto paio di grandi passioni: la pianificazione pubblicitaria e l’ufficio stampa. Quanto mi divertivo a fare quel gioco di incastri fra le varie proposte per mettere a punto un media planning ben calibrato, che desse visibilità all’azienda nel modo più coerente possibile! E poi la collaborazione con prestigiosi uffici stampa mi ha fatto comprendere che quella era un’arte complessa, ma capace di dare grandissime soddisfazioni.

La mia inquietudine genetica, mi ha portato ad approdare poi a nuovi lidi: ho accettato una nuova sfida e mi sono ritrovata a coordinare un team di una decina di persone fra project manager e grafici per lo sviluppo di nuovi prodotti. Sono entrata così nel mondo della cosmesi e dell’integrazione alimentare: a quale donna non piacerebbe carpirne i segreti, far nascere prodotti che poi utilizza per prima? E’ stato allora che ho iniziato ad appassionarmi moltissimo anche di stampa e packaging.

Quando ho lasciato quel “posto fisso”, (anche se non rispondeva precisamente al concetto proposto da Zalone nei suoi film) ed ho iniziato a lavorare in proprio, probabilmente avrei giurato che mi sarei occupata per tutta la vita di sviluppo nuovi prodotti e della loro promozione, ma in realtà, mi sono ritrovata ad occuparmi principalmente di comunicazione. E, non lo nascondo, anche con una certa soddisfazione, perché nel frattempo, avevo scoperto il copywriting, che mi permetteva di dare sfogo alla parte più creativa del mio io.

Sarebbe finita lì se non mi fossi trovata coinvolta nello sviluppo di eventi: è stata una sorta di ritorno al primo amore. Con gli eventi ho potuto rimettere in campo tutta l’esperienza maturata in 17 anni di attività e ho iniziato a divertirmi seriamente, finché….E’ arrivato il Coronavirus.

Fine dei giochi?

Non proprio, anzi, tutt’altro. Durante il lockdown, ho fatto rebranding di me stessa: mi sono resa conto che il modo in cui mi presentavo, non rispecchiava più ciò che ero diventata nel frattempo e ho ripreso a studiare. Sto studiando molto per scoprire i segreti di  quello che vi annuncio essere il mio nuovo amore: il neuromarketing. Sono stati un video postato dall’immenso Martin Lindstrom e la conseguente lettura del suo libro Buyology for a Coronavirus World a spalancare una porta su questo affascinante mondo. La cosa comica è che mi sono resa conto che io già ne applicavo inconsciamente molti principi: comprenderne i meccanismi oggi, mi permette di trarne il meglio e dunque il mio nuovo obiettivo è approfondire questi argomenti per farli confluire negli eventi.

E quindi?

Non so se Jovanotti quando ha messo in piedi i suoi Jova Beach Party nel 2019 fosse consapevole della teoria, o se anche lui come me, abbia seguito con passione ed istinto un grande obiettivo: la voglia di regalare emozioni indelebili a chi ha preso parte ai suoi appuntamenti. Quel che so, è che ho già parecchie idee su come far interagire questi due mondi: ora basta solo che il virus ci permetta di ricominciare ad organizzare e vi prometto che i nuovi eventi in cui sarà il mio zampino, diventeranno esperienze totalizzanti.

Stay tuned!

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Comment (1)

  1. Bruno

    Grande Cristina ti ringrazio per la citazione ma in realtà io non ho alcun merito se non quello forse di aver acceso la miccia della tua innata passione e del tuo infinito ottimismo che ti fanno vivere i cambiamenti come delle nuove sfide in cui riesci sempre a dare il meglio. In bocca al lupo per i tuoi nuovi successi

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